CAMPANONE E PALAZZO DELLA RAGIONE
La Torre civica che ha preso il nome di “Campanone”,
domina dall’alto Piazza Vecchia ed è da sempre uno dei
simboli della città. Fu costruita come torre gentilizia, probabilmente a
cavallo tra l’XI ed il XII secolo, dalla potente famiglia ghibellina dei Suardi,
ma ben presto divenne sede del Podestà. In seguito ospiterà le prigioni
cittadine e, attorno a lei, su tutto l’arco di Piazza Vecchia, sorgeranno i palazzi del potere civile e religioso,
i luoghi del culto e della memoria, qualche istituto culturale e le immancabili
botteghe dei commercianti.
Quando la torre divenne comunale, vi furono aggiunte
le campane che servivano per chiamare a raccolta i cittadini, specialmente nei
momenti di pubblica calamità, o quando bisognava organizzare la difesa. La
campana maggiore - benedetta nel 1656 - fu chiamata il "Campanone", e
questo nome passò dalla campana alla torre. Ogni sera, alle dieci, la campana
suona 100 rintocchi, in memoria dell’antico coprifuoco; essa suona anche quando
si riunisce il Consiglio comunale, e mentre si svolge la processione del Corpus
Domini.
Alta inizialmente 38 metri, la Torre fu via via
rialzata ed oggi tocca quasi i 53 metri di altezza. Dalla sua sommità si può
godere un panorama stupendo della Città Alta, ma anche della Città Bassa e
della pianura.
PALAZZO DELLA RAGIONE
Il palazzo venne edificato al termine
del XII secolo, tra
il 1183 (data in cui venne
siglata la pace di Costanza) ed
il 1198, epoca in cui cominciarono a
svilupparsi le prime realtà comunali all’interno del Sacro Romano
Impero. Anche Bergamo non fu da meno, tanto da
dotarsi di questo palazzo comunale citato come Palatium Comunis Pergami in
documenti del 1198, che di fatto lo
rendono il più antico palazzo comunale italiano. L’edificio mantenne il ruolo
di centro politico cittadino anche al termine dell’epoca comunale quando, con
l’arrivo della Repubblica di Venezia nella
seconda metà del XV secolo, venne
ribattezzato Palazzo della Ragione e
fu utilizzato come sede delle assemblee consiliari cittadine. Nel 1513 la struttura fu danneggiata da un incendio,
venendo prontamente restaurata seguendo un progetto realizzato da Pietro
Isabello. Anche al termine della dominazione della Serenissima, alla quale subentrò nel 1797 la napoleonica Repubblica Cisalpina, il palazzo mantenne le prerogative di centro
politico cittadino. La decadenza istituzionale si verificò a partire dalla metà
del XIX secolo quando né
la dominazione austriaca né il
neonato Regno d’Italia garantirono
alla struttura un ruolo di rilievo. Soltanto a partire dalla seconda metà
del XX secolo l’edificio venne
coinvolto in un progetto di rivalutazione in chiave turistica, che ne ha
permesso il ritorno agli antichi fasti.
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